Le startup salveranno il mondo. O per lo meno la tua azienda.

Giacomo Mollo
4 min readOct 23, 2020

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Il concetto di startup è antico. Oggi si parla di startup innovative ma questo non è altro che vestire un concetto antico con abiti nuovi. L’idea di scommettere su un mercato futuro, un trend, un prodotto innovativo e lavorare per crescere l’idea è almeno antica quanto l’imprenditorialità stessa. Anzi, è la natura dell’imprenditorialità stessa.

Oggi l’idea è rilevante, in particolare in presenza di un momento di crisi globale incalzante e soprattutto per quelle che un tempo furono startup e che ora sono attività avviate. Crediamo che una dimensione sottovalutata dell’ecosistema impresa sia la relazione tra imprese esistenti e quelle nascenti, tra le società avviate e le startup innovative. Una dimensione che può portare vantaggi concreti e che contribuisce attivamente all’evoluzione delle aziende verso i mercati del futuro. Benvenuti nel Corporate Venture Capital.

Corporate Venture Capital (CVC) identifica investimenti diretti in equity di startup eseguiti direttamente da entità aziendali. Nel corso degli anni, numerose corporations hanno iniziato a esporsi ad investimenti alternativi tramite la creazione di un dipartimento interno che si occupa di VC. Si parla allora di Corporate Venture Capital, ovvero un team strategico interno all’azienda che si occupa della creazione e gestione di un portfolio di investimenti in assets alternativi, tendenzialmente in progetti ad alto potenziale di crescita.

Perché un’azienda avviata dovrebbe interessarsi e spendere risorse preziose a esporsi a settori e rischi che magari conosce solo indirettamente? Perché allocare capitale in progetti che potenzialmente potrebbero fallire? Perchè questo salverà le aziende.

Riteniamo che innovare ed essere esposti alle tecnologie future è un imperativo; una necessità primaria per l’azienda che desidera evolversi ed essere preparata alle sfide future che non possono essere facilmente anticipate.In generale, un’azienda può beneficiare di vantaggi, sia strategici (estrarre conoscenza, know-how ed eseguire test di mercato per guidare le decisioni strategiche a lungo termine) che finanziari (alta potenzialità di ritorni collegati alla elevata rischiosità dei progetti).

Entrare nella compagine societaria di una startup significa per un’azienda accedere ad una serie di assets che possono risultare vitali per l’evoluzione futura dell’azienda stessa. Questo aspetto si declina in una serie di vantaggi:

  • Test di mercati nascenti per generare business intelligence: investire in una startup che ha attivato un test di prodotto direttamente o indirettamente collegato al core business dell’azienda significa vedere in prima persona come questo tocca un potenziale mercato nascente. In questo modo l’azienda investitrice acquisisce informazioni rilevanti per sviluppare l’assetto strategico futuro.
  • Estrazione di asset funzionali: L’azienda può investire nell’ottica di integrare gli assets sviluppati dalla startup all’interno dei processi aziendali in modo da poter risolvere un problema interno di processi/prodotti/ecc.
  • Supporto all’R&D: Le startup sono i nuovi laboratori di Ricerca e Sviluppo. Queste possono supportare le dinamiche interne di R&D grazie alla loro velocità di test, la loro flessibilità intrinseca e alla forte tendenza all’ottimizzazione dei costi di esecuzione.
  • Ottimizzazione di risorse interne aziendali: Le startup partecipate possono beneficiare del know-how aziendale e dalle risorse a disposizione. Questo permette di incrementare la probabilità di successo del progetto.

La logica finanziaria del CVC è legata a fattori di performance e ritorni monetari superiori. I vantaggi economici che possono scaturire dalla creazione di un portfolio di investimenti in startup sono anche qui numerosi:

  • Diversificazione di Portafoglio: Investire in asset decorrelati con i mercati in cui opera l’azienda permette di esporsi a ritorni finanziari che non dipendono dal core market. In questo modo l’azienda si ‘assicura’ di fronte a cambiamenti di mercato rapidi e difficilmente gestibili.
  • High-Risk/High-Reward: L’asset alternativo è notoriamente un investimento ad alto rischio. Questo significa che un approccio non strutturato e razionale può facilmente essere disastroso per un’azienda. Al contrario, un portfolio strutturato e gestito può invece mitigare il livello di rischiosità ed incrementare la probabilità di ottenere ritorni superiori.
  • Economie di scala: Un investitore corporate può acquisire valore se investe in (i) una startup di cui è cliente (ii) una startup che utilizza prodotti o servizi dell’azienda. Questo attiva economie di scala a beneficio della partnership azienda-startup.
  • Co-investimento: La possibilità dell’azienda di co-investire con altre aziende o con investitori professionali permette una forte creazione di valore e una mitigazione del rischio. L’azienda diventa parte di un ecosistema pulsante di investitori che può portare benefici che vanno al di là dell’investimento.

Esistono ovviamente numerose criticità a questo approccio. C’è il rischio che il prodotto innovativo sia rigettato dal mercato, che l’investimento risulti in perdita o che il progetto scelto esploda di fronte a cambiamenti di mercato. Questi elementi sono valide obiezioni ma allo stesso tempo possono essere mosse contro qualunque business, innovativo e non, nuovo o stabilito, partito da un garage con nulla o finanziato da i migliori fondi di investimento.

Il problema rimane, l’innovazione non aspetta nessuno: le aziende hanno comunque a disposizione un modo nuovo di pensare al futuro, uno che parla con i nuovi mercati e che ha il potenziale di trarre vantaggio dalle rivoluzioni in corso.

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Written by Giacomo Mollo

Notes for Early-Stage Investors :: Founding Partner @iN3 Ventures

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