Lascia perdere l’MBA, investi in early-stage!

Giacomo Mollo
4 min readDec 10, 2020

--

Skills e Network. Queste sono le due principali considerazioni di qualcuno che decide di intrattenere l’idea di lanciarsi in un programma MBA. Ci siamo passati in molti quando abbiamo valutato le varie career options riflettendo su come questo poteva essere il trampolino di lancio per il capitolo successivo della nostra vita lavorativa.

È l’unico percorso possibile per coltivare le skills & network che sono così chiave oggi? Esiste una via parallela, fatta su misura, che ottimizza al massimo la leva capitale e che permette potenzialmente un ROI più interessante e divertente — pur crescendo in skills & network. Sembra impossibile? Benvenuti nel mondo dell’early-stage investing.

Executive Angels

Definito anche angel investing, l’early-stage investing si riferisce all’acquisizione di equity in startup innovative, tendenzialmente pre-revenue ad alto potenziale di crescita. Tutto questo fatto con logiche da investitore professionista e con una spiccata attenzione all’operatività e un approccio ‘hands-on’. Oggi più che mai è possibile, per chi è interessato, accedere ad opportunità estremamente stimolanti e che possono potenzialmente portare dei ritorni a lungo termine.

Perchè allora non allocare il budget per un MBA ad investimenti diretti con l’ottica di acquisire il massimo dell’esperienza su campo? Questo è un approccio seguito da numerosi angel investors di successo che hanno usato un budget iniziale per imparare i ‘basics’ dell’early-stage investment e per sporcarsi le mani costruendo un portfolio personale di investimenti ad alto potenziale.

Prima di cominciare ad esaminare alcuni dettagli, smarchiamo la top four delle valutazioni da ponderare prima di iniziare questa avventura:

  • In primis, torno a ricordare che gli investimenti in startup sono l’asset class più rischiosa sui mercati e che richiede esperienza e apprendimento da errori.
  • L’intenzione di questo articolo non è di infierire sugli MBA ma di esplorare un approccio alternativo che può adattarsi alle esigenze specifiche di chi vuole un metodo più diretto.
  • C’è bisogno di una certa tolleranza al rischio: il capitale investito in startup può potenzialmente essere azzerato in brevissimo tempo se il progetto si infossa per qualunque motivo.
  • L’allocazione consigliata per chi sta iniziando gira attorno al 10% del net worth personale, elemento da tenere sempre in mente. Nel nostro caso allocheremo solo 50K come esempio.

Andiamo a descrivere in maniera sommaria come potrebbe essere strutturato questo percorso educativo alternativo — perdonate la poca profondità della trattazione ma l’idea è quella di mostrare al lettore nuovi percorsi possibili e non quella di essere esaustivi.

Step I: Committed Capital + Overall Strategy

Facciamo i conti e adattiamoli alla realtà italiana. In generale un MBA delle top business schools arriva ad una media di 50k EUR per 12 mesi. Prendiamolo come allocation budget per il nostro micro-fondo di investimenti in asset alternativi e capiamo come possiamo strutturarlo.

Le strategie di allocazione sono diversissime, ma quasi tutte hanno una initial allocation — investimento iniziale — e un follow on — ovvero capitale riservato per i rounds successivi delle startup che performano meglio. Per semplificare al massimo, usiamo un rapporto 50:50 ovvero andremo ad allocare 25k immediatamente e terremo da parte altri 25K per i top 3 progetti che andranno a svilupparsi.

Un ultimo elemento di base è la definizione di una cosiddetta ‘investment thesis’: in che progetti voglio investire? Per quale motivo? Quali sono i miei verticali di interesse? In quali settori posso portare il massimo aiuto?

Step II: Dealflow

Qui si sviluppa l’elemento network: una delle prime necessità è quella di sviluppare una rete di investitori e rapporti diretti con founders che permettano la visione e l’accesso alle migliori opportunità sul mercato.

Step III: Capital Allocation

In base all’investment thesis definita sopra, andiamo a selezionare i progetti più promettenti: idealmente un portfolio che ha una buona diversificazione include diciamo dai 10 ai 12 deals, con una media di circa 2K investiti per startup. Sembra pochissimo, ma per un progetto early-stage questo fa la differenza.

Step IV: Value-Add Ossessiva

A questo punto abbiamo allocato capitale in circa 12 progetti early stage che ci hanno conquistato per qualche ragione particolare e abbiamo ancora 25K da allocare sui progetti che sono i più promettenti. Inizia quindi la fase di Value-Add che veramente costituisce un approccio pratico, diretto e intenso allo skills-building. L’angel investor si attiva per accelerare la crescita dell’investimento tramite tutte le vie possibili e immaginabili: advisory strategica, introduzione a potenziali clienti o nuovi investitori, relazioni con potenziali business partners, un abbraccio al founder quando nulla sembra funzionare.

Chiaramente ogni step richiede profondità, tecnicismi ad hoc e un livello di dettaglio che va oltre a questo scritto. È possibile comunque già apprezzare e intuire i vantaggi che questo modo di pensare porta con sè: questo tipo di approccio permette infatti non solo di lavorare su un diverso livello di sofisticazione finanziaria all’investimento ma anche di supportare in modo esecutivo e diretto il lavoro di un team di imprenditori che sta lavorando su progetti innovativi.

Skills & Network (& ROI?).

--

--

Giacomo Mollo
Giacomo Mollo

Written by Giacomo Mollo

Notes for Early-Stage Investors :: Founding Partner @iN3 Ventures

No responses yet